L'artista italiano noto come Quayola (Davide Quagliola) oggi vive a Londra e fa parte del gruppo "Post YBA". Le opere di quest'ultimo sono caratterizzate da una chiara leggibilità e comprensione immediata.
Con "Laocoön #D20-Q1" non solo si analizza il capolavoro dell’arte, ma si esplora la tensione esistente tra l’esperienza diretta e il punto di vista mediato dalla tecnologia. L’immagine generata al computer è il punto di partenza, perciò non si tratta di una replica dell'opera esistente ma della ricostruzione digitale dell’archetipo classico. Il soggetto sviluppato nel lavoro deriva dal Laocoonte, che fu ritrovato sul colle Esquilino a Roma nel 1506. La scultura è stata riprodotta sia da tanti artisti in passato sia attualmente attraverso le tecnologie moderne. Ancora oggi si considera fondamentale il modello classico originale del Laocoonte a cui si ispirano le giovani generazioni di studenti dell'Accademia di Belli arti. Così, il Laocoonte è diventato una delle forme archetipiche più durature dell'arte europea, una vera metafora del potere creativo dell'arte stessa. L’opera è stata esposta durante la Quadriennale d’arte contemporanea di Roma nel 2016 nella sezione “Cyphoria”, a cura di Domenico Quaranta. Sezione che tende ad indagare quel modo in cui la contemporaneità si riflette nel lavoro di alcuni artisti italiani e raccoglie appunto artisti che indagano le conseguenze personali introdotte dall’iperconnessione e dal nuovo equilibrio tra dimensione pubblica e dimensione privata, nella quale viviamo. Quayola parte da un modello 3D della scultura originale per sviluppare le conseguenze estetiche della sua digitalizzazione e la conversione in bit. La scultura è il risultato di simulazioni digitali ed esperimenti condotti con tecnologie di prototipazione virtuale e fisica. L'opera è realizzata da uno scanner 3D e da una resina che è fatta colare sulla statua di marmo; una volta asciutta si ottiene il calco della statua. Il progetto è stato realizzato con la collaborazione di ingegneri e programmatori e con l'organizzazione "Factum Arte", il cui scopo è quello di rivelare il legame tra nuove tecnologie e competenze artigianali nell'ambito della conservazione dei beni culturali. A questo proposito Claire Bishop ha scritto un discusso articolo sulla rivista "ARTFORUM": “...Se molti artisti usano la tecnologia digitale... quanti ne fanno il proprio tema, o riflettono profondamente su come facciamo esperienza della digitalizzazione della nostra esistenza e siamo alterati da essa?”. Il processo della creazione si può osservare qui.
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