di Sara Serpilli Dal 3 dicembre al 21 aprile 2014 il convento di San Domenico Maggiore a Napoli ha aperto le porte a Una mostra impossibile. L’opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità, ideata da Renato Parascandolo, sotto la direzione scientifica di Ferdinando Bologna, e curata da Pina Capobianco. Bisogna premettere che l’idea delle ‘mostre impossibili’ riscuote grande successo già a partire dal 2003: all’inizio di quest’anno vengono, infatti, realizzate due mostre molto suggestive dedicate a Caravaggio e intitolate rispettivamente Bacco di Caravaggio a Capodimonte e Tutta l’opera del Caravaggio: la prima ha ospitato tre capolavori giovanili dell'artista lombardo nel Museo di Capodimonte (il ‘Bacco’ degli Uffizi, il ‘Bacchino malato’ della Galleria Borghese di Roma e il ‘Ragazzo morso da un ramarro’), la seconda a Castel Sant’Elmo, realizzata grazie ad una collaborazione tra Rai e Regione Campania, ha permesso di ammirare sia opere sicure che di dubbia attribuzione dell’artista, attraverso un processo di stampa digitale su diapositive ed in scala reale. A rendere 'possibile', invece, la mostra in questione a San Domenico Maggiore, nel luogo in cui insegnò Tommaso Campanella e soggiornò Giordano Bruno, è stata la sofisticata tecnologia di pannelli retroilluminati in scala 1:1 ad altissima risoluzione, i quali hanno permesso non solo di apprezzare le copie di 117 dipinti e affreschi, amplificandone la percezione, ma di incrementare sostanzialmente i vantaggi in termini di divulgazione di una mostra che, come ha affermato il sindaco di Napoli De Magistris, 'mette insieme la storia, le nuove tecnologie, la conoscenza e la didattica'. La mostra, che nel titolo cita un libro ben noto di Walter Benjamin, ha proposto una generosa selezione di opere su pannelli in tre nuclei indipendenti, dedicati rispettivamente a Leonardo, Raffaello e Caravaggio, non connessi tra di loro ma ordinati secondo un criterio strettamente cronologico e dalla sezione meno consistente alla sezione più vasta. Ad accogliere il visitatore nella prima sala era la celebre 'Annunciazione' di Leonardo, seguita da 16 dipinti tra cui 'La Vergine delle Rocce' fino ad arrivare al capolavoro de 'L'ultima cena’, la seconda sala è consacrata poi a Raffaello, nella quale troviamo, ad esempio, la 'Scuola di Atene' in cui Platone e Aristotele campeggiano la scena e la 'Madonna della seggiola' capolavoro del Rinascimento, a chiudere il cerchio, vi sono i capolavori di Caravaggio che rappresentano la parte più consistente dell'esposizione, 63 opere disposte in tre sale che testimoniano la grande rivoluzione operata dalla sua pittura, e, come si evince dal comunicato stampa, 'essa realizza una mostra dell’opera del Caravaggio senza precedenti; e non solo perché è molto più comprensiva di quanto non riuscirono a essere tutte le altre mostre organizzate durante l’ultimo mezzo secolo, a incominciare da quella foltissima e giustamente celebre del 1951 a Milano, bensì perché, a causa dei proibitivi impedimenti derivanti da ragioni diverse e intrecciate, quali lo stato di conservazione, la saldezza dei supporti, l’ampiezza delle dimensioni, la difficoltà della rimozione e i rischi del trasporto, una mostra di altrettante opere originali del Caravaggio era e resta impossibile in assoluto'. Si è parlato di mostra 'impossibile' perché sono sempre maggiori le difficoltà di ottenere in prestito capolavori per allestire mostre temporanee e perché si è trattato di un'esperienza unica che ha unito una gran quantità opere mai state visibili tutt'insieme (gli originali dei dipinti in questione sono, infatti, disseminati tra chiese e musei di tutto il mondo), perciò il convento ha promosso un'occasione unica di confronto tra le opere, impossibile da realizzarsi altrimenti se non a distanza di molto tempo (quello impiegato, ad esempio, per un viaggio da Roma a Malta dove l'idea di Parascandolo è approdata). Così Parascandolo: "con le 'mostre impossibili' si è consentito a un vastissimo pubblico di ammirare opere d’arte che finora potevano essere viste soltanto sul posto o che – tutt’al più – potevano essere intraviste in riproduzioni di piccolo formato: cataloghi, immagini a bassa qualità presenti sul web, poster e documentari televisivi". L'intenzione della mostra riflette, in particolare, un'esigenza degli ultimi dieci anni, cioè quella di utilizzare la tecnologia come mezzo per la diffusione e la conoscenza delle opere d'arte, anche tra i non specialisti, grazie al supporto del Ministero dei Beni culturali, intenzione apprezzata da diversi storici dell'arte, tra cui Claudio Strinati, Nicola Spinosa, Denis Mahon, Maurizio Calvesi, che a questo proposito, sottolinea: “L’effetto delle riproduzioni di questa mostra impossibile è di straordinaria drammaticità. Per esempio, fa quasi rabbrividire il corpo del San Giovanni caduto a terra, mentre dal collo sgorga il sangue nel cui rosso il Caravaggio ha apposto la propria firma: un particolare che si può quasi toccare con mano nella riproduzione, mentre nell’originale non sarebbe possibile avvicinarsi tanto". Walter Benjamin ne L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica, famosissimo saggio citato appunto nel titolo della mostra, ragiona proprio sull’ ‘aura’ di un lavoro artistico che viene svalutata dalla sua riproduzione meccanica: nessuna riproduzione, se pur di alto livello, potrà mai eguagliare l'emozione che si prova davanti all'originale di un capolavoro con le increspature visibili della tela, tuttavia, la crisi attraversata nell'ultimo decennio dalle strutture museali, ha reso sempre di più necessaria un'apertura nei confronti della digitalizzazione, che alcuni storici dell'arte continuano a non apprezzare, basti citare il libretto Contro le mostre di Trione e Montanari che parlano addirittura di "un virus pericoloso", ma che al contrario soprattutto i giovani dimostrano di accogliere positivamente, giovani futuri storici dell'arte che si recheranno nei musei per vedere i quadri veri, magari della stessa Napoli! "Eccezionali le opere esposte e super il luogo scelto per l'esposizione", "Bella rappresentazione dei capolavori di questi artisti! Ci ho voluto portare le mie figlie e devo dire che ne è valsa la pena", "La visita dura più o meno un'ora e mezza, se si vogliono leggere le singole spiegazioni, poste al lato di ogni singola opera": sono solo alcuni dei commenti dei 50.000 visitatori, tra italiani e stranieri, che hanno potuto assistere a questo evento eccezionale, i cui punti di forza sono stati: il biglietto d'entrata dal costo ridotto di 5 euro, integrato alla visita delle principali strutture museali del centro antico, il luogo prescelto e la chiarezza delle informazioni fornite a supporto della lettura delle opere, unitamente alle audioguide a disposizione da utilizzare durante il percorso espositivo. LINK UTILIZZATI : - http://www.arte.rai.it/articoli/117-capolavori-riuniti-in-una-mostra-impossibile/24077/default.aspx -http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/campania/napoli/2013/12/03/Mostra-impossibile-e-anche-Leonardo_9720817.html - http://www.europinione.it/leonardo-raffaello-e-caravaggio-una-mostra-impossibile/ - https://www.arte.it/calendario-arte/napoli/mostra-una-mostra-impossibile-6072 - http://mostreimpossibili.it/ - https://www.tvdaily.it/arte-cultura/napoli-leonardo-raffaello-e-caravaggio-per-una-mostra-impossibile.php
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Marzo 2024
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