di Eleonora Londi A quasi 350 anni dalla morte del famoso pittore e incisore olandese Rembrandt Harmenszoon van Rijn, vissuto tra il 1606 e il 1666, un gruppo di ricercatori e informatici di varia esperienza ha sviluppato un progetto che ha permesso di realizzare un quadro di Rembrandt che Rembrandt non ha mai dipinto. Grazie all’utilizzo di una sofisticata tecnologia, è stato possibile che un computer realizzasse un dipinto le cui peculiari caratteristiche fossero in tutto simili a quelle degli originali, tanto da farlo sembrare un originale uscito dalla bottega del grande pittore olandese. Il progetto, nato dalla collaborazione tra Microsoft, il Politecnico di Delt, la Rembrandt House Museum di Amsterdam e il Muritshuis, è stato presentato il 19 aprile del 2016 alla galleria “Looiersgracht60” di Amsterdam, dove per la prima volta ha fatto la sua apparizione col nome di ”The Next Rembrant”. L’opera è il frutto di 18 mesi di lavoro in cui l’intervento dell’uomo si è limitato a creare gli algoritmi più appropriati per la sua realizzazione, mentre al computer è spettato il compito più difficile: dopo aver analizzato e colto le tipizzazioni dell’artista ( geometrie compositive, i materiali pittorici, gli schemi ricorrenti nella realizzazione dei volti nei ritratti, e l’inconfondibile marchio di fabbrica del maestro delle luci e delle ombre), esso ha memorizzato 168.263 frammenti pittorici presi da un corpus di oltre trecento dipinti (in particolare fra il 1632 e il 1642), li ha poi acquisiti con uno scanner di altissima precisione in oltre 500 ore di scansioni e 150 GB di materiale. Il risultato un quadro con protagonista il ritratto di un uomo di circa 30/40 anni di origine caucasica, con barba e baffi folti, un vestito nero dal colletto bianco e un cappello; il suo sguardo è poi rivolto verso destra. Per ricreare l’effetto tridimensionale di un dipinto, con la texture della tela e lo spessore della pittura, sono stati mappati i rilievi di un quadro originale. La mappatura ottenuta è servita come riferimento per la stampa finale di "The Next Rembrandt" che è stata generata con una stampante 3D che utilizza vernici UV e sovrapponendo diversi strati in modo da ricreare la sensazione di un quadro dipinto a mano. Di seguito, il video in cui viene illustrato questo straordinario progetto: https://www.youtube.com/watch?v=IuygOYZ1Ngo Dall’idea dei progettisti all’accoglienza del pubblico... Nonostante il coinvolgimento di esperti e istituzioni accademiche, l’idea del progetto è nata da un pubblicitario: Bas Korsten, responsabile della locale sede del colosso J. Walter Thompson. Il committente è stata la banca Ing, che lo acquisì nella sua collezione: “Ho pensato che se è possibile raccogliere dati storici e creare qualcosa di nuovo a partire da essi – ha spiegato Korsten raccontando l’ispirazione – perché non si può distillare il Dna artistico di un pittore estraendolo dalle sue opere e crearne una nuova a partire da quelle informazioni? Il progetto è quindi nato per dimostrare che oggi le tecnologie sono in grado di fare, i passi in avanti che sono stati fatti anche in ambito artistico, e come questa possa aiutarci a comprendere meglio i segreti alla base di un capolavoro”. Sempre Korsten però ha voluto anche aggiungere: “Solo Rembrandt potrebbe realizzare un Rembrandt. Quello che abbiamo creato è qualcosa di nuovo partendo dal suo lavoro, dalla sua tecnica, dalle sue opere. Nessuno di noi vuole ridurre la maestria di un grande artista ad un algoritmo. Ribadirlo è necessario. Serve a disinnescare le critiche sul nascere e a cercare di far capire perché l’Università di Delft abbia voluto appoggiare un progetto così particolare". La proposta di Korsten è stata accolta dalla maggior parte del pubblico, e soprattutto dagli esperti, con entusiasmo tanto che il sito Infinity News, ci riporta quanto segue: “Il progetto mette in luce come la figura dell’artista stia cambiando con l’acquisizione di nuovi strumenti legati alla tecnologia, ampliando così i scenari artistici del nostro tempo. Qui però sorge un dubbio: siamo davvero sicuri che soltanto la mano dell’artista – quello vero, fatto di carne e ossa – possa donare un’anima all’opera che produce? Anche se la risposta di primo acchito sarebbe un deciso No! In fin dei conti, anche il progresso è frutto dell’ingegno della mente umana; anche la tecnologia contiene una parte di noi, altrimenti non sarebbe possibile sfruttarla, ed ecco quindi che l’intelligenza artificiale si evolve e diventa ufficialmente artistica”. Anche la testata giornalistica italiana Repubblica, nel suo sito, esprime il suo appoggio al lavoro in questione: “Il progetto, battezzato col nome di "The Next Rembrandt" ha lasciato a bocca aperta sia il pubblico che gli addetti ai lavori, il quadro infatti sembra in ogni suo aspetto un lavoro uscito dalla mente, dalle mani e dall’estro dell’artista di Leida”. Sempre lo stesso articolo continua poi dicendo:” Molti hanno storto il naso, ma in generale tutti hanno riconosciuto la grandezza dell’operazione e il suo profondo valore di conoscenza e di studio, come ha poi sottolineato lo storico Gary Schwartz: “Gli sviluppatori meritano riconoscenza per il lavoro che hanno svolto; questo ci consentirà di identificare ancora meglio gli aspetti che hanno fatto di Rembrandt ciò che era – ha spiegato – nessuno può pensare che il maestro possa essere ridotto a un algoritmo ma certo questa tecnologia ci offre un’opportunità per verificare le idee del suo lavoro in modo concreto, visivo e nuovo”. Come dire che analizzare, scansionare e campionare gli elementi centrali di uno stile pittorico, programmando poi delle macchine per riprodurli su nuovi soggetti, potrebbe fornire nuovi strumenti di analisi e verifica alla critica e alla storia dell’arte, facendogli così del bene”. Di tutt’altro parere appare invece Pierangelo Sapegno del sito dedicato all’arte, ArtsLife. Nel suo articolo infatti commenta il progetto, The Next Rembrandt, in questo modo: “Ma si può rubare il Dna di un uomo? La cosa che mi angoscia è se la macchina potrà davvero un domani sostituire anche questa unicità, perché forse sarebbe la morte dell’arte, che non è mai stata meccanica nella sua storia, ma profondamente interiore e individuale, persino nevrotica nella rappresentazione che ne faceva il suo creatore. Nella società dell’informatica, forse noi siamo dei sopravvissuti di un’altra epoca. Ma che dobbiamo fare? Ritirarci in buon ordine, sparire, o accettare questa realtà? Io ho scelto di sopravvivere ancora un po’. Ci sono delle colline del Chianti pettinate come un’opera d’arte... Ci sono cose che il computer non può ancora fare. Non so se è una consolazione. Ma perché debbo essere giudicato da una macchina? Può amarmi, una macchina, o può odiarmi? Due ricercatori del Dipartimento di Computer Science della Rutgers University, New Jersey, Ahmed Elgammal e Babak Salem, hanno già elaborato un algoritmo in grado di esprimere giudizi critici sulla pittura, sviluppando un codice che analizza la naturalezza delle forme, la verosimiglianza delle scene, la nitidezza dei colori, la complessità della trama, la rilevanza delle opere nel contesto storico in cui sono prodotte. Niente che possa capire l’anima dell’autore. Pensateci, perché è questo che ci aspetta: un mondo senza anima”. Per ciò che riguarda me invece, nonostante il mio animo nostalgico e tradizionalista, penso che la tecnologia, se subordinata all’arte e quindi messa al suo servizio, possa aiutarci a vederla sotto punti di vista inediti, così da rivalutare o scoprire nuove cose su una determinata opera o su un determinato artista, permettendoci così di rendere anche l’arte più antica sempre attuale e parte di noi, o di farci sentire parte di essa anche a distanza di secoli. Credo inoltre che la magia che si stabilisce tra l’ osservatore e un quadro o una scultura per così dire, in carne ed ossa, sia unica ed irripetibile, e che la tecnologia non potrà mai sostituirla, in quanto è l’animo dell’uomo, l’elemento essenziale che pur trasformandosi nel corso della storia, adattandosi ai suoi tempi, non potrà mai essere sostituito da alcuna macchina. Sito ufficiale : https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=13&cad=rja&uact=8&ved=0a hUKEwjZovieheLZAhWFFSwKHQhYCacQFghdMAw&url=https%3A%2F%2Fwww.nextrembrandt.co m%2F&usg=AOvVaw2kS10Amm4mdjVIpNmnrXuv
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