di Ludovica Marolda Era il novembre 2012 quando, nel Palazzo della Carovana della Scuola Normale Superiore di Pisa (SNS), nasceva il progetto DREAMSLab (Dedicated Research Environment for Advanced Modeling and Simulations)[1]. Si trattava di uno spazio interattivo dedicato allo studio interdisciplinare di scienza, chimica teoretica e patrimonio culturale, attraverso l’utilizzo di sofisticate tecnologie quali, ad esempio, la Realtà Virtuale (RV), la Realtà Aumentata (RA) o la Virtualità Aumentata (VA)[2]. Nel 2016 DREAMSLab è entrato a far parte del nuovo laboratorio SMART (Smart Multidisciplinary Approaches for Research and Technology), un gruppo altamente qualificato, composto da oltre trenta collaboratori, fra ricercatori, post-doc e personale della stessa SNS, orientato alla ricerca e lo sviluppo di nuove metodologie basate sulla meccanica quantistica per lo studio di sistemi molecolari complessi[3]. Il fulcro del progetto era – ed è tutt’ora - lo spazio CAVE 3D, un ambiente formato da quattro pareti proiettive, volto alla creazione di esperienze immersive ad alta risoluzione. All’interno del CAVE, il visitatore può indossare occhiali 3D e osservare le immagini proiettate sugli schermi, come se fossero tridimensionali. Muovendosi, inoltre, lo spettatore può addentrarsi, immergersi in esse ed esaminarle anche attraverso l’utilizzo di funzioni interattive. Se è vero che il progetto DREAMSLab era, inizialmente, volto soprattutto allo studio di molecole, neuroni e piccole particelle del corpo umano, è sembrato quasi inevitabile, col tempo, orientare la ricerca anche verso la ricostruzione del patrimonio artistico-culturale. Uno dei primi studi ha riguardato, dunque, la ricostruzione 3D dell’Agorà di Segesta. A partire dai reperti archeologici l’antica piazza è stata fedelmente ricostruita, cosicché all’interno del CAVE è stato possibile proiettarne l’immagine digitale a 360 gradi. Con l’utilizzo degli occhiali 3D il visitatore può, ad oggi, vivere un’esperienza immersiva di forte impatto emozionale, oltre che altamente educativo. Il salto temporale è immediato: lo spettatore viene subito proiettato nel bel mezzo dell’antica cittadina della Sicilia occidentale. L’esperimento è stato effettuato anche con un’opera decisamente più vicina ai giorni nostri. Si trattava della Caverna dell’Antimateria, istallazione ambientale degli ultimi anni ’50 del Novecento, interamente realizzata dal pittore italiano Pinot Gallizio. L’opera d’arte, originariamente concepita per la Galleria d'arte René Drouin di Parigi, ne rispecchiava pedissequamente planimetria e dimensioni, che erano di fatto molto più estese dello spazio proiettivo predisposto dai ricercatori di DREAMSLab. All’interno del CAVE, tuttavia, sappiamo ora che lo spazio può essere ampliato in maniera indefinita, grazie all’utilizzo delle tecnologie 3D: basta infatti indossare gli appositi occhiali, ed ecco che il visitatore può allargare la visione davanti a sé, percepire oggetti e figure con una consistenza tattile incredibilmente realistica, ed esaminarne ogni particolare[4]. Lo scopo di DREAMSLab era, infatti, del tutto orientato all’utilizzo delle tecnologie digitali per permettere una fruizione dei beni culturali in senso prettamente scientifico. L’idea di immersione nell’opera d’arte non era volta al semplice intrattenimento del largo pubblico, ma alla riflessione accurata nei confronti del bene artistico. Certo è che, ad oggi, l’idea può non sembrare innovativa, dato che ormai le istallazioni immersive sono sempre più utilizzate, nei musei e nei centri culturali, per favorire nuove modalità di fruizione del patrimonio artistico. Ciò che colpisce, in verità, è che presso Scuola Normale Superiore di Pisa già dal 2012 si lavora in questa direzione. In un’intervista rilasciata alla RAI da Vincenzo Barone, il professore di chimica teorica si era espresso in questi termini:
“Immagina di poter entrare in un quadro, in un’opera d’arte che rappresenti una stanza medievale; di poter entrare in questa realtà e vedere la città che circonda l’opera d’arte, il mondo, la vita che si svolge nella sua quotidianità”[5] (Vincenzo Barone, professore di chimica teorica della SNS) È questa l’idea che era alla base del progetto DREAMSLab. Si immaginava di entrare fisicamente in un quadro e di partecipare alla vita dell’opera d’arte. Il riferimento all’immaginazione è, dunque, da non sottovalutare. Immaginare, di fatto, non significa inventare, ma guardare verso nuovi orizzonti di possibilità. Questo era l’obiettivo che il team della SNS si poneva, in prospettiva visionaria, nel novembre del 2012. [1] http://vis.sns.it/attivita/le-visite-al-cave-3d/ [2] http://smart.sns.it/?pag=smart_map [3]https://www.sns.it/it/laboratorio-strategie-multidisciplinari-applicate-alla-ricerca-alla-tecnologia-smart [4] http://dreamslab.sns.it/index.php [5] https://www.youtube.com/watch?v=EFKllY0loAU
7 Commenti
Gianluca
5/5/2020 09:30:29 pm
Articolo originale e molto interessante per la cultura, l’arte e tecnologia . Complimenti . Awesome
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Carmela
5/5/2020 09:51:05 pm
Realizzazione di grande impatto
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Rita
5/5/2020 09:55:13 pm
Molto interessante, complimenti!
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Anna Morvillo
5/5/2020 10:03:45 pm
Bellissimo, ho sognato ad occhi aperti, pensando a ciò che hai descritto
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marco
6/5/2020 08:49:13 pm
Articolo semplice, chiaro e preciso! È stato piacevole leggerlo. Articoli così per l'arte, la cultura e la e la tecnologia sono importati.
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Margherita
1/9/2021 12:13:27 am
Peccato che quando qualcuno prova a lasciare un commento negativo su questo laboratorio viene bloccato e cancellato dalla persona che lo gestisce.
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