di Eliana Famà Dal 1563 al 1797 le Nozze di Cana di Paolo Veronese avevano ornato la parete di fondo del palladiano refettorio di San Giorgio Maggiore a Venezia, prima di essere ‘trafugate’ dalle truppe napoleoniche e portate a Parigi, dove si trovano ancora oggi, al Museo del Louvre. A seguito della decisione di Pasquale Gagliardi, che dal gennaio 2002 ricopre la carica di Segretario Generale della Fondazione Giorgio Cini di Venezia, in collaborazione con l’architetto Michele De Lucchi, la Factum Arte di Madrid è stata incaricata di realizzare un facsimile dell’opera da poter posizionare sulla stessa parete dove si era trovato l’originale (dove, dal 1815, si trovava collocato, per iniziativa di Antonio Canova, Il convito in casa di Simone di Charles Le Brun, e dove, nel 2005, si era provato già a proiettare una riproduzione digitale del dipinto originario). Factum Arte è una società che nasce a Madrid nel 2001 ad opera dell’artista inglese Adam Lowe. Essa si propone di unire nuove tecnologie e abilità artigianali in funzione della realizzazione di riproduzioni di opere d’arte antiche in scala di 1: 1. Contrariamente alle aspettative, la creazione di questi facsimili e la loro esposizione, che sono state accolte molto favorevolmente dal grande pubblico e dalla stampa, hanno suscitato un ampio dibattito riguardo a diversi argomenti, tra cui quello della moderna nozione di ‘copia’. Nel 2006 il Louvre ha garantito a Factum Arte l’accesso alla Nozze di Cana”, a patto che venissero rispettate alcune condizioni: non toccare il dipinto, non usare nessuna luce esterna o impalcatura, effettuare il lavoro solo nelle ore di chiusura. Factum Arte ha dunque ideato un sistema di scansione a colori no-contact, che utilizza luci e led integrati; lo scanner viene montato su un'asta telescopica che raggiunge gli 8 m di altezza e rimane ad 8 cm dal dipinto. I led generano una minima quantità di calore e non contengono raggi ultravioletti; le fotografie vengono realizzate con l'asta telescopica e sfruttano la luce naturale della sala. La parte inferiore del dipinto è stata scansionata con uno scanner realizzato da Nub 3D in Spagna. Factum arte è stata in grado di riprodurre, attraverso le più sofisticate tecniche di riproduzione, tutte le caratteristiche fisiche dell’originale, persino le imperfezioni della tela di supporto e i segni dell’usura del tempo. Non solo: grazie ad un lavoro di minuziosa ricostruzione filologica e restauro virtuale, è stato possibile evidenziare ciò che i rimaneggiamenti novecenteschi del dipinto avevano coperto. La digitalizzazione dell'originale è avvenuta tra novembre e dicembre 2006, mentre tutte le fasi della riproduzione del grande telero hanno avuto luogo all’interno dei laboratori di Factum Arte a Madrid tra gennaio ed agosto 2007. L’11 settembre 2007, dopo 210 anni di assenza, le Nozze di Cana di Paolo Veronese ‘sono tornate’ nella loro sede originaria nel Cenacolo Palladiano dell’isola di San Giorgio Maggiore e rese visibili al pubblico nel corso dell’inaugurazione della mostra Il miracolo di Cana: l’originalità della ri-produzione (rimasta aperta al pubblico fino al 16 dicembre 2007). Il progetto, in collaborazione con il Musée du Louvre di Parigi, è stato realizzato grazie al sostegno di Enel, Consorzio Venezia Nuova, Fondazione Banco di Sicilia, San Pellegrino e Casinò di Venezia. Nell’introduzione al catalogo della mostra Giuseppe Pavanello e Pasquale Gagliardi oltre a ribadire l’intenzione principale di questa iniziativa, ovvero quella di risarcire l’ambiente palladiano del dipinto che era stato sottratto nel 1797, si chiesero se un simile intervento potesse considerararsi falsificazione o restauro. Le opere d’arte non sono eterne: la tecnologia digitale contribuirà a preservarne il ricordo. La mostra del 2007 si divideva in due sezioni principali. La prima sezione, curata da Factum Arte, illustrava e ripercorreva tutte le diverse fasi di creazione del facsimile attraverso videoproiezioni, immagini, pannelli informativi e mediante l’esposizione di alcuni degli strumenti e dei più importanti materiali utilizzati per la creazione del facsimile. La seconda ripercorreva storia e fortuna del dipinto di Veronese attraverso l’esposizione di una notevole documentazione letteraria e visiva, costituita da antichi testi a stampa e da una serie di copie e derivazioni de Le Nozze di Cana. Questa sezione della mostra, sul tema dei facsimili – Originality through (digital) reproduction, a cura di Bruno Latour e Adam Lowe, organizzata da Factum Arte in collaborazione con la Fondazione Giorgio Cini – avrebbe fatto il giro del mondo. Nell'estate 2009 il facsimile diventava parte di un'esibizione multimediale ideata da Peter Greenaway. Molti si sono espressi riguardo questo progetto di Factum Arte. Jean Clair nel suo “L'inverno della cultura” si mostrava favorevole: “L'esempio della replica delle Nozze di Cana a Venezia porta a uno strano rovesciamento delle idee di Benjamin: è la riproduzione che, grazie alla perfezione tecnica, restituisce all'immagine deteriorata e snaturata, dopo la sua relegazione sulle pareti di un museo, un'aura nel luogo stesso dove e per il quale era stata concepita. [...] Walter Benjamin sembra essersi dimenticato che prima del romanticismo, e per secoli, l'idea di originale e la pratica della firma erano cose che nemmeno sfioravano la mente. Dopotutto, l'arte grafica, le stampe, le incisioni, di Durer e tanti altri, erano tecniche di riproduzione” (Jean Clair, L'inverno della cultura, Skira editore, Milano, 2011) Pierluigi Panza ne Il corriere della Sera scriveva: “Il Veronese riprodotto, una svolta per l'arte" La Repubblica ha dedicato un articolo alla mostra intitolandolo “Le false Nozze di Cana belle come l'originale” in cui riportava commenti positivi di storici dell’arte come Salvatore Settis che diceva: «Impressionante, l'impatto è straordinario, sin dalla soglia monumentale di accesso alla sala. È stato fatto un lavoro complesso con una tecnica mista digitale ma anche manuale, e il facsimile restituisce al luogo la sua completezza, ricreando un'unità che in qualche modo ricorda il suo stato originale. È una approssimazione molto interessante, anche se bisogna ricordarsi che non è l'originale». Giovanni Bazoli, presidente della Fondazione Giorgio Cini, in apertura del catalogo della mostra dedicata al ritorno del telero ricorda che «il sentimento di perdita causato dalla rimozione del celebre dipinto è qualcosa che può pienamente comprendere solo chi si è trovato a sostare di fronte alla parete del Cenacolo palladiano orfana del suo capolavoro”. Nel medesimo articolo troviamo che l’opera commissionata da Lowe pare sia costata attorno ai 100 mila euro. A livello internazionale altri giornali si sono pronunciati riguardo al progetto. Per esempio The Times (15/11/2007): «Digital miracle restores water and wine masterpiece to monastery» («Il miracolo digitale restituisce il capolavoro dell’acqua e del vino al refettorio»). Oppure El País (15/11/2007): «El milagro de la reproducción. Venecia vuelve a poseer "Las bodas de Caná", de Veronés, gracias a la tecnología digital» («Il miracolo della riproduzione. Venezia recupera le “nozze di Cana" di Veronese grazie alla tecnologia digitale»). The Guardian (15/11/2007): «As the Italian government steps up its battle to win back looted antiquities from museums around the world, a Venice cultural foundation has chosen an alternative and high-technology path to retrieving a lost 16th-century masterpiece with the help of a British artist and some cutting-edge scanning equipment» («Come il governo italiano intensifica la sua battaglia per riconquistare antichità saccheggiate dai musei in tutto il mondo, così una fondazione culturale a Venezia ha scelto un percorso alternativo e tecnologico per recuperare un capolavoro perduto del XVI secolo con l'aiuto di un artista britannico e alcune attrezzature di scansione all’avanguardia»). Oppure, ancora, The New York Times (29/11/2007): «The facsimile, by the Madrid enterprise Factum Arte, is a stunningly accurate replica of the 732-square-foot canvas. Details are reproduced down to the most minute topography, including the raised seams rejoining the panels that Napoleon's troops cut the painting into when they transported it to France in 1797» («Il facsimile, dell’impresa madrilena Factum arte, è una replica incredibilmente accurata della tela di 732 quadrati. I dettagli sono riprodotti fino alla più minuta topografia, comprese le cuciture rialzate che ricongiungono i pannelli in cui le truppe di Napoleone avevano ridotto il dipinto quando l'avevano trasportato in Francia nel 1797»). Sitgrafia: http://www.factum-arte.com/pag/38/-p-A-facsimile-of-the-Wedding-at-Cana-by-Paolo-Veronese--p- http://www.cini.it/events/il-miracolo-di-cana-loriginalita-della-ri-produzione-it https://www.youtube.com/watch?v=zCWY6tMAzl4 http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/09/14/le-false-nozze-di-cana-belle-come.html?refresh_ce
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