di Francesca Colonnelli
“Il museo è straordinariamente chiuso, in ottemperanza alle disposizioni per il contenimento del rischio da contagio COVID-19 (DPCM 08.03.2020)”. Straordinario è questo messaggio che troviamo nella home page del Museo Madre di Napoli, come in tutte quelle di musei italiani e stranieri, di teatri, cinema, etc… Ma straordinari sono anche gli strumenti che dai primissimi giorni sono stati messi in campo in risposta alla chiusura degli istituti culturali per proseguire con la mission pubblica. Tutti i musei sono stati d’accordo sul fatto che alla chiusura degli spazi espositivi non dovesse assolutamente corrispondere l’interruzione del servizio, se pur rimodulato e ripensato per l’occasione. È così che dietro il grande portone giallo, anche il Madre di Napoli si è attivato con naturalezza, semplicemente cambiando ‘dimensione’ spaziale. Il Madre – Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina – si trova nel centro storico di Napoli, sulla “via dei Musei”, a pochi metri dal Duomo, dal Museo Archeologico Nazionale e dall’Accademia di Belle Arti, lì dove si sviluppa l’antico quartiere di San Lorenzo. Il museo trae il proprio nome dall’edificio che lo ospita, il Palazzo Donnaregina, che come tutta l’area in cui sorge deve la denominazione al Monastero di S. Maria Donnaregina, fondato dagli Svevi nel XIII secolo e poi ampliato e ricostruito nel 1325 dalla Regina Maria d’Ungheria, moglie di Carlo II d’Angiò. Dopo essere stato trasformato nel corso del XIX secolo in Banco dei Pegni, e aver subito notevoli aggiunte architettoniche nel secondo dopoguerra e in seguito al terremoto dell’Irpinia, l’edificio fu definitivamente abbandonato dopo l’alluvione del 2001 che provocò gravi danni strutturali. Nel 2005 venne acquisito dalla Regione Campania con il grande progetto di farne un museo di arte contemporanea con i suoi 7200 mq tra sale espositive, biblioteca, mediateca, sala conferenze, bookshop-caffetteria. Oggi ospita opere di artisti del calibro di Anish Kapoor, Jannis Kounnellis, Jeff Koons, Mimmo Paladino, Sol LeWitt, Alighiero Boetti, Andy Warhol, Giovanni Anselmo, Emilio Isgrò, solo per citare alcuni nomi. Una prima iniziativa attuata dal Madre è stata quella di indicare ai propri visitatori alcuni percorsi virtuali tramite la piattaforma Google Art & Culture: servizio che il museo offriva già dal 2018 e che oggi è stato solo meglio pubblicizzato. Tramite il browser o l’app dedicata, si può accedere al percorso di visita virtuale che utilizza la tecnologia Street View e permette una visione orizzontale di 360° e 160° in verticale, con immagini ad alta risoluzione (7 gigapixel) che permettono di avvicinarsi all’opera d’arte fino ad apprezzarne i minimi dettagli e la consistenza materica. L’esplorazione delle sale è possibile spostandosi con il mouse o attraverso la bussola posizionata in basso a destra. Sopra la bussola troviamo il selettore di livello che ci permette di navigare attraverso i piani del museo. Un grande limite di questa esplorazione è la mancanza di informazioni approfondite circa le opere con hotspot dedicati, se non quelle che si possono leggere ingrandendo i pannelli didattici posti nelle sale. Più completo è, invece, il virtual tour accessibile esclusivamente tramite smartphone e l’app di Google Art & Culture, che necessita, però, del Google Cardboard, o di qualsiasi altro visore virtuale in commercio. Attraverso le speciali lenti e il sensore (il giroscopio) inserito nello smartphone, si crea l’illusione di essere immersi a 360° al centro delle sale. Una voce narrante ci accompagna alla scoperta della collezione site-specific che dialoga con la mostra “Pompei@Madre. Materia Archeologica” (19 novembre 2017 – 7 gennaio 2019). La mostra, organizzata dal museo Madre di Napoli in collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, si proponeva di indagare le possibili, molteplici relazioni fra patrimonio archeologico e ricerca artistica, attraverso il dialogo fra straordinari, e spesso inediti, reperti di provenienza pompeiana e le opere della collezione permanente del museo, trasformandolo in una vera e propria “domus contemporanea”. La sala affrescata e decorata con maioliche di Francesco Clemente è diventata il cuore della domus, “tablinum” e “triclinium”: sala di rappresentanza e spazio per ricevimenti e banchetti. La piattaforma Google Art & Culture, infine, mette a disposizione degli utenti 11 storie che raccontano la collezione e alcune delle mostre passate, e 374 elementi fotografici ad alta risoluzione delle opere della collezione site-specific con la possibilità di ingrandirle attraverso la lente di ingrandimento o il cursore in alto a sinistra. Se l’arte è musica, significativo è l’esperimento del Madre di creare una playlist su Spotify, il servizio di riproduzione digitale in streaming di musica, podcast e video, con accesso immediato a milioni di contenuti di artisti provenienti da tutto il mondo. La playlist per la quarantena si intitola “Altrove” con brani che ci fanno immaginare di essere lontani, che ci fanno viaggiare e pensare a strade da percorrere e nuovi posti da scoprire. Apripista è il singolo omonimo “Altrove” di Morgan dall’album “Canzoni dall’Appartamento”. Nell’ambito della campagna nazionale #iorestoacasa, il Madre ha invitato artisti e creativi a reinterpretare alcune parole e temi chiave che riflettono questo momento, in cui la vita di tutti è cambiata in poche ore: vicinanza/distanza, casa, isolamento, comunità, famiglia, relazioni, spazio, confine, corpo, regole, limite, contatto, mutazione, opportunità…
Ed è nata così “Madre Call”, una chiamata all’azione, “How to change the world from your living room”, un condominio di voci, linguaggi e sensibilità diverse che raccontano, però, un’esperienza che ci accomuna tutti, invitandoci a immaginare forme differenti di fruizione delle opere. Sono stati potenziati anche i social – facebook e instagram – dove oltre a “Madre Call”, arriva “Madre door-to-door”, un ricco programma digitale che porta l’arte a domicilio con appuntamenti quotidiani. “Questi sono i momenti in cui è ancora più importante non rinunciare alla bellezza e non perdere il senso di comunità – dichiara Laura Valente, Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee –impiegando le tecnologie e il web per arrivare a tutti.” Il programma prosegue secondo tre filoni principali: 1. In site… La mostra – ogni mercoledì è raccontata attraverso clip video e immagini la mostra “I sei anni di Marcello Rumma, 1965-1970” da poco inaugurata al Madre. 2. On air… La collezione – ogni fine settimana visibili online eccezionalmente, e per un periodo limitato di tempo, opere che andranno a formare una collezione dedicata al solo pubblico web. 3. Unreleased… Gli inediti – sempre nel weekend vengono presentati contenuti inediti e originali del museo che raccontano i suoi protagonisti e la sua storia. Sitografia: http://www.madrenapoli.it/ http://www.madrenapoli.it/calendario/madredoortodoor/ http://www.madrenapoli.it/calendario/madrecall/ https://www.facebook.com/museomadre/ https://www.instagram.com/museomadre/?hl=it https://open.spotify.com/user/o8ec66y60yhhm3uqielb09jz1
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