di Federico Grassi La “Ronda di notte”, dipinta da Rembrandt nel 1642, si conserva oggi presso il Rijksmuseum di Amsterdam. Il grande dipinto, che contava tra le sei tele commissionate a vari artisti di Amsterdam per celebrare l’ingresso in città di Maria de’Medici, era stato commissionato dal capitano della guardia civica, Frans Banning Cocq, e raffigura lo stesso capitano, assieme ai suoi quindici ufficiali, nel momento in cui dà l’ordine di iniziare la marcia. Inizialmente tagliata per essere inserita in uno spazio fra due porte nel Municipio della città, l'opera fu oggetto di vari atti vandalici nel coso del tempo, finché fu restaurata fedelmente, sulla base di varie copie esistenti, come oggi la possiamo ammirare nel museo olandese. Sono trascorsi quasi tre secoli dalla composizione dell’opera. Oggi, immersi come siamo nell'era del digitale, pare che non ci bastino più le tradizionali modalità di fruizione dell'arte; sentiamo il bisogno di espedienti nuovi, che, di pari passo con l’innovazione tecnologica degli ultimi anni, ci permettano di osservare le opere d'arte del passato con occhi sempre diversi. A farsi interprete di una simile esigenza, è stato il pittore e sceneggiatore di origine gallese Peter Greenaway il quale ha realizzato un lungometraggio, Nightwatching, precisamente un dramma ironico in costume su Rembrandt e sul suo massimo dipinto che fu all’origine della sua fama ma anche delle sua rovina. Il film, uscito nel 2007, è ambientato nel 1642 e mette in scena il pittore olandese, interpretato da Martin Freeman, nel momento in cui, dopo le insistenze della moglie Saskia, accetta di ritrarre la Milizia civica di Amsterdam su commissione del capitano Frans Banning Cocq, anche se dipingendo intuisce che la Milizia tramava qualcosa. Scopre infatti che la Milizia, gruppo di ricchi borghesi vestiti da soldati benché la guerra contro la Spagna fosse finita, si era macchiata di atroci crimini, addirittura contro uno dei sui membri che il pittore stava ritraendo. Il pittore, dunque, pensa di servirsi del proprio quadro, la "Ronda di notte" appunto, per denunciare pubblicamente il responsabile di tali crimini. La Milizia reagisce immediatamente corrompendo varie figure e trascinando il pittore in un vortice di eccessi e vizi sfrenati che determinano in poco tempo la distruzione della sua reputazione e dunque la sua morte sociale; ben presto la borghesia cittadina viene infatti a conoscenza delle sue azioni e il pittore inizia ad essere emarginato e disprezzato da tutti. Rembrandt si ritrova improvvisamente solo e povero, rinnegato dalla società, bersaglio di continui attacchi, anche fisici, da parte della Milizia. Malgrado le manovre di quest’ultima per isolarlo e farlo sprofondare nell’oblio, la "Ronda di notte" è tuttavia destinata a divenire la sua opera più famosa, senza però che nessuno per secoli ne sospettasse le delicate e intrigate implicazioni socio-politiche. Il regista porta lo spettatore a concentrarsi su quattro aspetti che caratterizzano la personalità dell’artista: denaro, sesso, cospirazione e pittura. Ma allo stesso tempo ci pone un interrogativo di carattere filosofico, espresso dallo stesso Greenaway: “Come è stato possibile che un pittore così straordinariamente ricco e rispettato per metà della sua vita, abbia potuto morire nell’indigenza? Che cosa in realtà fa la pittura? Potremmo porci la stessa domanda per quanto riguarda il cinema”. Il film è stato molto apprezzato dalla critica in occasione della 64° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e ha riscosso ampio successo anche fra i non-addetti ai lavori, come emerge dall’ascolto delle molte opinioni sul web e sui quotidiani. Particolarmente significativa e illuminante trovo sia la recensione fatta sul sito internet www.mymovies.it da un utente il quale insiste sulla genialità del regista nel creare giochi chiaroscurali, una perfetta traduzione dinamica, cinematografica di quegli espedienti tipici del pittore olandese che in un certo senso può essere considerato l’inventore del moderno cinema, caricando le sue opere di movimenti e suoni : “ Il personaggio di Rembrandt trova la sua forza nei comportamenti quotidiani, nel rapporto con la moglie, nei suoi sogni visionari, ma soprattutto nell’abilità del regista di costruire in ogni immagine dei veri e propri 'tableaux vivant', dei giochi chiaroscurali di luci e ombre che sono la perfetta trasposizione in movimento dei dipinti/fotogrammi di Rembrandt, autentico anticipatore della settima arte. Il movimento dei personaggi nel campo non fa che arricchire la sua pittura. E, a differenza che in altre opere di Greenaway, qui il suo stile intrinsecamente pittorico, curatissimo ed estetizzante, non scivola mai nel freddo manierismo, ma è funzionale alla messa in scena e al contenuto di un profondo e coinvolgente ritratto d’artista. Un artista che probabilmente è stato, senza saperlo, il primo uomo di cinema della storia...”. Particolarmente interessante è l’articolo del giornalista Roberto Nepoti su La Repubblica, uscito il 7 settembre 2007. Vi si spiega come Greenaway abbia concepito il suo film prezioso, misterioso, elegante e appassionante, partendo dall’assioma “ogni quadro racconta una storia”, incentrato proprio sul quadro e sull’atto di accusa contro i committenti in esso contenuto. Leggiamo alcuni passi dell’articolo al fine di addentrarci nel giudizio che il giornalista ha espresso al riguardo: “Greenaway, che viene dalla pittura e della pittura ha sempre sostanziato il proprio cinema, dice: «Rembrandt non è mai stato tra i miei artisti preferiti; però mi ha appassionato il mistero di questo quadro, che contiene ben cinquantun enigmi; e che fece di lui il più celebre pittore d'Europa dopo Leonardo e Michelangelo. In più, mi intrigava la sua personalità di uomo democratico, repubblicano, femminista e post-moderno. Con tali premesse, il -rischio era che Nightwatching diventasse un film pittorico e statico, una sequenza d'inquadrature concepite come dipinti in movimento. Fortunatamente, Greenaway è intellettuale troppo sapiente per cadere nel tranello. Le sequenze evocano sì le luci e i colori rembrandtiani («È stato uno dei primi artisti a dipingere alla luce artificiale delle candele; e proprio da questo discende il cinema»); però le immagini sono movimentate, rese dinamiche da carrellate a seguire che aprono e dilatano lo spazio. Lungo due ore e un quarto, il film si segue con interesse e partecipazione; diversamente dalle ultime opere del regista, sperimentali e vicine a un concetto di "arti visive" che travalica il cinema in senso. In Nightwatching ci sono cinema e pittura, musica e teatro”. Per concludere, Il film ha avuto l’importanza e il merito di offrire, con strumenti tecnologici e contemporanei, una interpretazione, un focus su un’artista del passato, di un passato che non è poi così lontano e distante ; attraverso la proiezione video e l’utilizzo geniale delle luci da parte di Greenaway, riusciamo perfettamente a cogliere un aspetto fondamentale del pittore, alla maggior parte sfuggito e sconosciuto per secoli, ossia quella sua capacità di fare cinema nell’arte, all’interno dei suoi quadri, poiché, pur senza saperlo, Rembrandt dipingendo diveniva anche un regista, animando i suoi personaggi e le sue scene di un armonico dinamismo costituito da suoni e moti. Spontanea e opportuna si rende a questo punto una breve riflessione sul rapporto fra arte e tecnologia. Non tutti concordano con l’utilizzo delle nuove tecnologie per la valorizzazione dell’arte; se da un lato una visita al museo per ammirare delle opere d’arte è un’esperienza indimenticabile e vissuta decisamente in modo più profondo rispetto ad uno schermo, dall’altro le nuove tecnologie innegabilmente aiutano a comunicare, a promuovere e a diffondere le informazioni legate al patrimonio culturale. È un elemento importante per un paese come l’Italia, ricchissimo di risorse culturali e di opere d’arte, ma ancora troppo poco valorizzate, proprio per la loro numerosità. LINK ESTRATTI FILM : OFFICIAL TRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=JN2eLySBIMc SCENA DELL’INAUGURAZIONE DEL DIPINTO: https://www.youtube.com/watch?v=RINR03lli4w CREDITI: https://www.google.it/search?q=nightwatching+peter+greenaway&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwjL16TXip_aAhUIzKQKHQsBAxsQ_AUICygC&biw=1366&bih=599#imgrc=CZ_IV-7yxarrkM:&spf=1522792178747 http://www.artribune.com/television/2016/11/video-nightwatching-peter-greenaway-rembrandt-film-cinema/ http://www.google.it/url?sa=i&rct=j&q=&esrc=s&source=images&cd=&ved=&url=http%3A%2F%2Fwww.cultorweb.com%2FRembrandt%2FR.html&psig=AOvVaw3oNg0H-pIhgMPF4js0GXaQ&ust=1522879164966746
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