di Valeria Gentili Anche il Museo Egizio di Torino, il più antico museo al mondo dedicato all’arte egizia, aperto dal 1832, in questo difficile momento storico ha dovuto chiudere i battenti, lasciando sprofondare nel silenzio le sue inestimabili, antichissime opere. Ma non lasciandole in solitudine. Infatti, senza interrompere le sue attività culturali, il museo adesso offre a tutti la possibilità di accedere comunque nelle proprie sale, attraverso un Tour Virtuale dedicato all’“Archeologia Invisibile”. Questo è il titolo della mostra temporanea che è in programma nel museo fino al 7 giugno 2020, a cura dell’egittologo Entico Ferraris, in collaborazione con numerose istituzioni scientifiche e culturali italiane, europee ed internazionali. La mostra espone al pubblico alcuni tra i reperti egizi più importanti del museo torinese, ma lo scopo dell’iniziativa non si esaurisce nell’esposizione virtuale degli oggetti: il percorso intende infatti accompagnare gli utenti, secondo diverse prospettive didattiche e attraverso adeguati espedienti narrativi, alla scoperta di una civiltà come quella Egizia lontanissima dalla nostra, da cui gli oggetti musealizzati provengono. L’allestimento della mostra vuole dunque far luce sul mondo che anticamente ruotava attorno ad ognuno dei reperti esposti, visibili oggi all’interno di teche e vetrine da museo. Per poterci riuscire, è stato necessario dar voce a diversi studiosi di egittologia, le cui attività di ricerca vengono raccontate in maniera facilmente comprensibile a tutti i visitatori del Tour virtuale. In modo semplice ed efficace, così, sono illustrate le fasi della ricerca archeologica (dallo scavo fino all’esposizione), per far capire anche ai non addetti ai lavori quali sono gli strumenti di indagine, dai quelli tradizionali a quelli più innovativi, che ci permettono di ricostruire un quadro di civiltà in tutti i suoi aspetti: molti dei quali aspetti, ormai, è possibile far rivivere solo attraverso l’utilizzo di sofisticati strumenti di osservazione e di misurazione, facendo affidamento anche alle competenze chimiche, fisiche o radiologiche. In tal senso la mostra si propone di guidarci per mano attraverso i reperti, insegnandoci a “guardare oltre”, al di là del visibile. Da qui, il titolo della mostra: “Archeologia invisibile”. Il tour si articola in quattro sezioni: 1) la documentazione dello scavo; 2) le analisi diagnosticheL; 3) il restauro; 4) la conservazione. La documentazione dello scavo. Lo scavo è il primo momento di conoscenza del reperto archeologico. L’archeologo è il primo che ne entra in contatto dopo milioni di anni. Non basta avere la fortuna di trovare il posto giusto in cui scavare ma bisogna avere le giuste capacità per capire come scavare. Ogni strato di terreno che si è posato sul reperto per secoli è fonte inesauribile di informazioni, ragion per cui non lasciare accurata testimonianza delle fasi di scavo potrebbe comportare la perdita di preziose informazioni circa il contesto in cui quell’oggetto è stato creato. Bisogna quindi documentare ogni strato di terreno che viene rimosso e osservare se al suo interno possano esserci altri manufatti da mettere in relazione tra loro. Questo studio scientifico prende il nome di stratigrafia. I procedimenti di ripresa fotogrammetrica che documentano tali osservazioni si prestano bene alla fruizione virtuale, così da rendere accessibile non solo agli studiosi i dati ricavati dallo scavo. Le analisi diagnostiche. Dopo avere ritrovato un oggetto in uno scavo ed aver fatto una prima analisi visiva, entrano in gioco tutte quelle indagini scientifiche che negli ultimi anni, con il progresso tecnologico, hanno visto un’evoluzione molto importante. Servendosi delle tecniche di indagine archeometriche (analisi chimiche, analisi fisiche, radiografie) si riesce a conoscere, per ogni oggetto, ciò che si cela dietro l’apparenza. Conservazione e restauro. Le analisi diagnostiche forniscono anche tutta una serie di dati scientifici utili per capire, in base allo stato di conservazione del reperto, se poterlo esporre in pubblico e seguendo quali accorgimenti. In definitiva, si tratta di una mostra che ha scommesso molto sull’utilizzo della tecnologia come strumento di conoscenza e comunicazione storica, artistica e culturale. Tutto questo è stato possibile anche grazie agli studenti del corso di laurea in Ingegneria del cinema e con la collaborazione del Politecnico di Torino, nonché di Robin Studio. Utilizzando una semplice fotocamera a 360° sono state riprese le sale espositive, le teche ed i pannelli didattici. Sono stati inseriti degli hotspot in corrispondenza delle sale, in prossimità dei reperti esposti. Attraverso di essi si può accedere alle informazioni sull’oggetto, tramite l’apertura di menu a tendina che conducono a video esterni (archiviati su youtube) che descrivono e mostrano le indagini diagnostiche. Particolarmente notevole, la possibilità di osservare un gioiello rivenuto tra i corredi di una sepoltura, riprodotto in 3D. Insieme, si può esplorare l’interno di una mummia e assistere alle operazioni di restauro di un papiro. Disponibile su youtube anche un “dietro le quinte” dell’allestimento della mostra: https://www.youtube.com/watch?v=VChiu00pv8U#action=share Sitografia:
https://museoegizio.it/esplora/mostre/archeologia-invisibile/ https://www.archeostorie.it/archeologia-invisibile-le-mummie-ai-raggi-x/ https://djedmedu.wordpress.com/2019/03/13/archeologia-invisibile-la-nuova-mostra-del-museo-egizio-di-torino-racconta-la-biografia-degli-oggetti-grazie-alla-scienza/ https://www.lastampa.it/rubriche/la-marziana/2019/05/26/news/archeologia-invisibile-1.33704669 https://www.artribune.com/mostre-evento-arte/archeologia-invisibile/ https://www.mentelocale.it/torino/articoli/78565-archeologia-invisibile-museo-egizio-torino-umanesimo-scienza-insieme-ricerca.htm http://www.torinoggi.it/2019/11/25/leggi-notizia/argomenti/eventi-11/articolo/archeologia-invisibile-prorogata-fino-al-giugno-2020-la-mostra-al-museo-egizio.html https://www.guidatorino.com/eventi-torino/archeologia-invisibile-mostra-museo-egizio-torino-2019-2020/ https://www.torinofan.it/eventi/larcheologia-invisibile-al-museo-egizio-di-torino/
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