di Armando De Mare «Aggiornare l’infrastruttura tecnologica del Museo, aggiornare il linguaggio e la funzione dei social media attraverso uno spirito poetico e letterario, creare un archivio digitale di saperi prodotti in oltre trentacinque anni di attività del Museo, nonché trasformare il sito Internet da semplice luogo di informazione sulle attività del Museo ad archivio digitale online e spazio virtuale dell’arte digitale, vero e proprio “Museo” di opere realizzate appositamente per questa nuova dimensione artistica ed elaborate in modo da creare un rapporto inedito con la coscienza del visitatore online»[1]: questi gli ambiziosi obiettivi che si è posto il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea con l’inaugurazione di “Cosmo digitale”, la sua sede online. Il Museo, ospitato nella residenza sabauda del castello di Rivoli, si è distinto tra i più importanti musei italiani dedicati all’arte contemporanea sin dalla data della sua inaugurazione avvenuta il 18 dicembre 1984, con la mostra Ouverture, e ancora di più a partire dagli anni Novanta con la costituzione della collezione permanente. Grazie alle numerose donazioni fatte dagli artisti e dai sostenitori pubblici e privati oggi il Museo vanta le opere di numerosi artisti nazionali ed internazionali (tra cui possiamo menzionare Emilio Vedova, Giulio Paolini, Dennis Oppenheim, Helmut Newton e Nam June Paik, solo per citarne alcuni) collocate nelle sale come in un dialogo aperto con le architetture degli ambienti storici del Castello. Durante l’emergenza Covid-19 Nel dicembre del 2020, distinguendosi nel panorama italiano per una tale tipologia di progetto, nel pieno della pandemia da Covid-19, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea con “Cosmo digitale”: venue ha creato non un sostituto, un palliativo, né un’alternativa ma un ‘complemento’ dell’esperienza museale già esistente. “Cosmo digitale” rappresenta una sede online del Museo, dove esibire operazioni artistiche, oppure condividere conferenze in streaming o documenti digitali, tutti creati ad hoc. Tale progetto, che ha visto la luce nell’ambito delle esigenze profilatesi nel periodo della pandemia, non è stato concepito dal Museo come un’esperienza temporanea. Al contrario, “Cosmo digitale” intende continuare a presentare contenuti digitali ai suoi fruitori come esperienza complementare alla visita fisica al Museo. Significative, in tale sendo, sono le parole di Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice del Castello di Rivoli, usate per descrivere “Cosmo Digitale” : «conservare, studiare ed esporre opere d’arte è un compito centrale del Museo ma da soli non sono sufficienti a perseguire gli obiettivi di un museo d’arte contemporanea del XXI secolo. Un’identità che si forma attraverso l’incontro e l’apertura esige infatti un rinnovamento ininterrotto, in sintonia con la rapida e profonda evoluzione della società. La scelta di aprire ora una sede virtuale nasce dalla nostra consapevolezza di come in un momento di emergenza sanitaria che coinvolge l’intero Paese sia oltremodo necessario rendere condivisibili iniziative e contenuti culturali che consentano di oltrepassare i limiti fisici della fruizione culturale contingentata e avvicinino il pubblico all’istituzione. Il COSMO DIGITALE non sostituisce una visita al Museo, né l’unicità dell’intenso incontro fisico ed emozionale che si può vivere soltanto negli spazi reali e con il corpo delle opere o delle performance, ma aggiunge dimensioni ed esperienze più private e screen-based».[2] “Cosmo digitale” Collegandosi al portale di “Cosmo digitale”[3], tra le più recenti opere pubblicate, è possibile visionare “Elegia al Museo come era prima” dell’artista scozzese Susan Philipsz: un’iterazione online dell’opera “Filter” (1998), installazione sonora al Laganside Buscentre, Belfast, dove ogni 15 minuti risuona attraverso il sistema di amplificazione la voce dell’artista che canta canzoni pop malinconiche con temi di desiderio e fuga quali “Who Loves the Sun” dei Velvet Underground, “Airbag” dei Radiohead, “Jesus Don't Want Me For a Sunbeam” dei The Vaselines e “As Tears Go By” dei Rolling Stones. Un altro interessante contributo è rappresentato dalle conversazioni tra Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice del Museo, con l’artista digitale Mike Winkelmann alias Beeple che si sviluppano in brevi video suddivisi in due stagioni. L’obiettivo è quello di fornire un approfondimento sulla ricerca dell’artista, di interrogarsi sulla produzione artistica distribuita solo attraverso piattaforme digitali e di riflettere sulla sua lettura nella cultura contemporanea. Infine, di grande interesse per il legame tra l’attività artistica e le tematiche della guerra è la rassegna di opere filmiche e immagini in movimento realizzate da artisti contemporanei di nazionalità ucraina intitolate “Una lettera dal fronte” e a cura dall’artista Nikita Kadan (Kiev, 1982) con Giulia Colletti, tra cui spiccano “Flag is burning” e “Second attempt” di Yaroslav Futymsky e “Where are Your Big Ears Dear Dead Grandma?” di Katya Libkind Navigando in “Cosmo digitale” appare chiaro come a partire da un’esigenza reale e apparentemente temporanea, profilatasi durante il periodo di chiusura dei musei derivato dal Covid-19, il progetto di una sede virtuale del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea sia diventato un complemento indispensabile ed articolato, destinato ad arricchire l’esperienza che del Museo si può fare in situ. [1] https://www.castellodirivoli.org/castello-rivoli-apre-cosmo-digitale/ [2] Ibidem. [3] https://www.castellodirivoli.org/mostra/cosmodigitale/ Sitografia https://www.castellodirivoli.org/castello-rivoli-apre-cosmo-digitale https://www.castellodirivoli.org https://www.castellodirivoli.org/mostra/cosmodigitale Didascalie 1. Castello di Rivoli 2. Contenuti Cosmo Digitale 3. Pagina Web Cosmo Digitale
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Marzo 2024
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