Le grotte di Lascaux vennero scoperte il 12 settembre del 1940 da quattro adolescenti francesi Marcel Ravidat, Jacques Marsal, Georges Agnel, Simon Coencas. Queste grotte di 17 mila anni fa, sono composte da un complesso di caverne della Francia sud-occidentale, vicino ad un villaggio di Montignac nel dipartimento della Dordogna. Nel 1946, terminata la seconda guerra mondiale, le grotte vennero aperte al pubblico per la prima volta. Ma nel 1963 furono chiuse a causa del danneggiamento delle pitture parietali provocato dall’anidride carbonica prodotta dalle moltitudini di visitatori che entravano ogni giorno. Successivamente vennero effettuati dei restauri delle pitture che tornarono allo stadio iniziale. E fu solo nel 1979 che le grotte di Lascaux entrarono a far parte del patrimonio dell’Unesco. Nel 1998 le pitture vennero attaccate da funghi, e questo sgradevole episodio comportò la chiusura per effettuare una manutenzione delle grotte. Esattamente dieci anni dopo, nel 2008, con l’aggravarsi della situazione le grotte sono state definitivamente rese inaccessibili al pubblico.
Oggi queste pitture rupestri si possono ammirare in realtà virtuale presso delle sale appositamente allestite nel parco Le Thot, distante alcuni chilometri da Montignac. L’arte preistorica si sviluppa per circa 1 milione di anni, dalla comparsa dell’uomo sulla terra fino alla conoscenza della scrittura. Le prime forme artistiche sono riconducibili al paleolitico. L’uomo del paleolitico, nomade, viveva a stretto contatto con la natura. Si spostava seguendo le mandrie, viveva di caccia e di pesca e, la notte, si rifugiava in grotte e caverne come questa di Lascaux. Le immagini che ritroviamo sulle pareti delle grotte sono descritte attraverso delle linee essenziali e dipinte con colori come ocra rossa e gialla e carboncino. Queste immagini raffigurano cavalli, bisonti, tori rappresentati di profilo da soli o in gruppo su uno sfondo neutro senza la presenza di un paesaggio. L’uomo paleolitico non utilizzava queste raffigurazioni come decorazioni, bensì come riti religiosi di buon auspicio per le battute di caccia. Pensavano che le immagini potessero influenzare la vita che, a quel tempo, era ostile e piena di misteri e che gli uomini paleolitici non comprendevano. Potremmo dividere lo spazio interno delle grotte in settori, ognuno con le proprie caratteristiche e con le proprie pitture: La sala dei tori La sala dei tori, chiamata anche Rotunda, è un'estensione della zona d'ingresso. È lunga circa 20 metri e varia in larghezza tra 5,5 e 7,5 metri. Tra il soffitto e la parte inferiore, abbiamo una zona a sbalzo che contiene quasi tutta l'iconografia, che si estende ininterrottamente per una trentina di metri su entrambi i lati della sala. Le pareti di calcite estremamente bianche aiutano a mostrare i bellissimi dipinti murali contribuendo alla saturazione dei colori. Sono raffigurate 130 figure tra cui 36 rappresentazioni di animali e 50 segni geometrici. Questo ampio fregio è composto da tre temi di carattere animale che ricorrono costantemente nelle varie parti della grotta: cavalli (17), bovini (11 tra mucche e tori) e cervi (6). Eccezionalmente, viene raffigurato anche un orso. La galleria assiale Le figure sono situate su entrambi i lati di questa galleria lunga 30 metri. Questo spazio è stato chiamato la "Cappella Sistina della preistoria". Sulla destra ci sono tre pannelli:
Il passaggio Il passaggio collega la sala dei tori alla navata e l'abside. Contiene una grande concentrazione di immagini che sono spesso difficili da decifrare. Le figure che sono state ritrovate, contate ed identificate sono 385 che includono cavalli, bisonti, stambecchi, bovini, cervi, segni con forme di ganci, croci e quadrati. La navata Troviamo nella parte sinistra della navata 4 pannelli:
Questa distribuzione anomala delle pitture è causata dalla presenza del pavimento. Le specie raffigurate includono cavalli, stambecchi, cervi, bisonti con proporzioni diverse. I cavalli sono il tema dominante che ritroviamo in ogni altra parte della grotta, con 27 raffigurazioni separate nella navata. Camera dei felini Questa camera si estende per circa 25 metri, dove sono state ritrovate e contate 80 figure. Si individuano 51 figure di animali: il cavallo che è la specie dominante con 29 rappresentazioni, bisonti (9), stambecchi (4), cervi (3) e felini (6) ch sono rappresentati maggiormente qui che in altri punti della grotta. La distribuzione delle figure rappresentate è irregolare perché il 90% di esse si trova nei primi metri del passaggio che è il più stretto della Camera. L’abside L'abside contiene oltre mille figure. Includono quasi 500 animali e 600 segni o linee geometriche. Appaiono sulle pareti e sul soffitto senza nessuna interruzione. La densità delle figure aumenta all'ingresso e raggiunge il suo picco nell'abside, che si trova alla base del pozzo, la parte più lontana di questa galleria. Non troviamo solo rappresentazioni pittoriche ma anche figure create con la tecnica dell’incisione. L’albero L'albero contiene un numero limitato di figure in uno spazio di circa 3 metri: le figure in tutto sono 8: figure di animali (un cavallo, un bisonte, un uccello e un rinoceronte); forme geometriche (punti e ganci); al centro della composizione troviamo una figura umana.Questo è uno dei rari esempi in cui alcuni temi si riferiscono ad un episodio specifico, lasciandoci immaginare la possibilità che questo sia un messaggio da interpretare.
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Marzo 2024
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