di Camilla De Acutis Nel settembre del 1940, un giovane di nome Marcel Ravidat scoprì una cavità nella collina di Lascaux. Quattro giorni dopo, accompagnato da alcuni amici, si addentrava nella grotta, e così si scoprirono le famosissime pitture rupestri. Maurice Thaon, professore del Collège de France ed esperto d’arte parietale, eseguì i primi disegni e schizzi delle pareti affrescate. Gli affreschi della grotta, realizzati con colori naturali applicati con le dita, datano a 17 mila anni fa e riproducono complessivamente 600 animali, di cui 355 cavalli, un centinaio di bovini tra bisonti e i vitelli uri, 90 cervidi, 35 stambecchi, alcuni felini, un orso e una renna. La grotta di Lascaux fu aperta al pubblico nel 1948; fin dai primi anni, essa attirò un grandissimo numero di visitatori. Tuttavia, a causa del grande afflusso, l’anidride carbonica emessa dagli stessi visitatori cominciò a danneggiare le pareti rupestri. Dunque, per salvaguardare e preservarne le pitture, André Malraux, allora Ministro della Cultura, ne decise la chiusura il 18 aprile del 1963. La grotta di Lascaux, denominata la “Cappella Sistina della preistoria”, fu riconosciuta Patrimonio Unesco nel 1979. In seguito alla chiusura nacque l’idea di realizzare una riproduzione identica all’originale ad un centinaio di metri dalla vera, e così, nel 1983, Lascaux II venne aperta al pubblico e fu la prima riproduzione al mondo di una grotta. Lascaux II. Fu dunque realizzata dal Centro internazionale dell'arte parietale una riproduzione di quasi tutta la grotta di Lascaux dove sono riproposti il 90% dei dipinti originali e le due gallerie più celebri del sito: la “Sala dei Tori” e il “Diverticolo Assiale”. Questa replica venne costruita sulla stessa collina della grotta originale, a pochi metri di distanza. Fin dalla sua apertura, Lascaux II ha ricevuto più di 10 milioni di visitatori. Lascaux III. Poiché Lascaux II riproduce solamente due delle gallerie della grotta originale, nel 2012 si decise di riprodurre altre cinque parti della grotta che da allora vengono esposte in occasione di mostre itineranti, presso i musei di tutto il mondo. La prima tappa fu a Bordeaux nell’ottobre del 2012. Nel marzo del 2013 fu la volta del Museo di Storia Naturale di Chicago. Quindi: Montréal, Bruxelles, Parigi, Genova, Corea del sud, Tokyo, Fukuoka. Si dice che la mostra itinerante non ritornerà in Francia prima del 2020. Lascaux IV. Il progetto Lascaux IV è consistito nel realizzare un'immensa replica di 900 metri quadri della grotta conosciuta come la “Sistina della Preistoria”, che fu aperta al pubblico il 10 dicembre del 2017. Si tratta di un museo che raccoglie i visitatori in un'esperienza formativa ed espone le pitture rupestri di Lascaux. L'architettura è stata concepita come una rivisitazione contemporanea della grotta e ed è stata realizzata da Snøhetta e SRA, insieme alla scenografa Casson Mann e un team di archeologi. Il percorso di visita dura circa due ore e mezza, e si viene accompagnati da un mediatore che all’arrivo consegna dei tablet interattivi: si giunge al Belvedere dove il pubblico, attraverso un particolare procedimento immersivo, prima viene proiettato, per così dire, nel paesaggio di Lascaux di 20 000 anni fa. Viene poi mostrato lo stesso paesaggio com'era nel 1940, anno in cui fu scoperta la grotta; quindi i visitatori entrano nella grotta dove è stata persino ricreata la stessa atmosfera umida della grotta originale, insieme al buio e ai suoni ovattati. La riproduzione dei dipinti è stata curata da “Perigord Facsimile Studio”, da “Artistic Concrete Atelier” e, infine, Dal laboratorio specializzato di Madrid, “Factum Arte”, diretto da Adam Lowe. Nel Teatro dell'Arte Parietale, grazie a due schermi giganti e degli occhiali 3D, si osserva un film diviso in tre atti in cui viene esplorata la grotta nei minimi dettagli e vengono confrontate le pitture rupestri con i capolavori dell'arte parietale. Sitografia:
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Marzo 2024
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