“Non possiamo che parlare con i nostri dipinti” – Vincent van Gogh di Giulia Adami La figura di Vincent van Gogh non smette di affascinare e appassionare milioni di persone in tutto il mondo, incuriosite dal quel personaggio tanto sfortunato nella sua vita quanto apprezzato dopo la sua morte, dall’artista visionario capace di raccontare su tela la sua visione esasperata del mondo e il suo malessere, dalla sua capacità di ‘sentire con gli occhi’. Dopo il grande successo di ‘Van Gogh Alive- the experience’, (la mostra multimediale più visitata al mondo), arriva finalmente al cinema una nuova esperienza visiva interamente dedicata al nostro amato artista olandese: esclusivamente nei giorni 16, 17 e 18 Ottobre 2017 è stato possibile osservare i capolavori di Van Gogh prendere vita nel meraviglioso lungometraggio ‘Loving Vincent’ scritto e diretto da Dorota Kobiela e Hugh Welchman, prodotto da Nexo Digital, in collaborazione con Adler e i media partner Radio deejay, Sky Arte HD e Mymovies.it. Un innovativo incontro tra arte e tecnologia vincitore del premio del pubblico al festival d’Annecy. Si tratta del primo lungometraggio interamente dipinto su tela, da 125 artisti, i quali hanno seguito corsi di formazione per avvicinarsi nella realizzazione della pennellate, dell’uso dei colori e dello stile tipico di Vincent e che per circa due anni si sono impegnati assiduamente realizzando questo film partendo proprio dalle opere e dallo stile inconfondibile di Vincent Van Gogh. Risultato di tale impegno è stata la realizzazione di ben 62.000 dipinti ad olio ispirandosi alla sua ‘maniera’, successivamente animati e montati in un lungometraggio dalla durata di 80 minuti, ottenuti mescolando pittura ad olio, tecnologia, riprese dal vivo e computer grafica. Il budget del film è stato di 5.500.000 dollari, in parte finanziato con una campagna su Kickstarter, sito web nato per il finanziamento collettivo per progetti creativi. Effettivamente ‘Loving Vincent’ è il primo film realizzato con questa tecnica, che consiste in una postproduzione la quale trasforma in “pittura animata” i fotogrammi delle scene che sono state veramente girate da attori; secondo alcuni esperti ogni secondo del film conterebbe almeno dodici tele dipinte a mano: questo solo dato, ci lascia immaginare l’immenso lavoro impiegato. Nel lungometraggio prendono vita anche le opere stesse di van Gogh, i suoi luoghi, ma soprattutto alcuni dei suoi più celebri personaggi, come Armand Roulin, Adeline Ravoux, il dottor Gachet e naturalmente l’artista stesso: novantaquattro quadri di van Gogh sono riprodotti in una forma simile a quella originale e più di trentuno dipinti sono rappresentati parzialmente. Il film quindi si pone il compito di raccontare la tormentata vita di Vincent attraverso le sue opere e le oltre ottocento lettere ritrovate in cui è lui stesso a dar voce ai suoi pensieri. «Non possiamo che parlare con i nostri dipinti», sarà questa frase contenuta in una delle sue lettere ritrovate a dare l’illuminazione per la realizzazione di questo moderno capolavoro.
La narrazione è raccontata a posteriori, dopo la morte del pittore, e si apre in Francia esattamente nell’estate del 1891 quando Armand Roulin, un giovane fannullone e privo di interessi, viene incaricato da suo padre, il postino Joseph Roulin di consegnare una lettera molto importante a Parigi; si trattava di una lettera di Vincent e il destinatario era suo fratello Theo. Il giovane si mostra inizialmente contrario, poiché imbarazzato per l’amicizia del padre con questo artista olandese così disturbato che da poco si era tolto la vita, ma decide comunque di accettare; a Parigi però non c’è alcuna traccia di Theo, e questo porterà il giovane prima dal commerciante di colori Père Tanguy, poi fino al villaggio di Auverse-sur-Oise, a un’ora da Parigi, dove l’artista ha trascorso gli ultimi giorni della sua vita, per consegnare la famosa lettera al dottor Gachet, medico che si occupò di lui. Qui Armand, ormai affascinato e curioso di conoscere la vera anima di questo pittore olandese, avrà la possibilità di rivivere i luoghi che lo avevano accompagnato fino alla morte e di conoscerlo attraverso le persone che gli erano state accanto negli ultimi attimi di quella vita che si spense nel 1890 per un proiettile all’addome. Flashback in bianco e nero affiancano la narrazione pittorica per raccontare momenti non presenti nelle opere di Vincent: così insieme a lui possiamo rivivere sullo schermo la locanda dei Ravoux, la figlia e la domestica del dottore, il barcaiolo conosciuto per via delle numerose giornate trascorse al fiume. Il pubblico ha dimostrato grande apprezzamento per questo moderno capolavoro, tanto che verrà replicato eccezionalmente il 20 Novembre 2017 per permettere di soddisfare la grande richiesta e magari anche di riviverlo: infatti in tre giorni di programmazione il film ha rappresentato il 50% degli incassi totali di tutti i cinema italiani, 283 sale, di cui moltissime sold out; Le recensioni e i commenti stessi ci dimostrano ancora una volta quanto il personaggio di Van Gogh continui ad essere vicino all’interesse contemporaneo di tutte le fasce di età: «E vale la pena di aspettare i titoli di coda che mettono a confronto quadri e persone con fotogrammi e attori. [...] imperdibile per gli appassionati e anche solo per i curiosi.» (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 12 ottobre 2017, https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/loving-vincent/61447/). O ancora: «Loving Vincent è un film speciale, inaspettato. Non è facile descriverlo, e forse è meglio così, perché vale la pena lasciare a chi varca le sale il 16, 17 e 18 ottobre, l’effetto sorpresa.» (http://www.arte.it/notizie/roma/loving-vincent-la-nostra-recensione-13529). Seppur in minoranza possiamo trovare sul web alcune opinioni non del tutto entusiaste: « […] originariamente inteso quale cortometraggio di sette minuti dipinto dalla sola regista, il gonfiaggio al lungo non è in toto crescita felice, ma qui e là permeabile alla noia, ché si carbura lentamente e la 'detection' di Armand è sovente farraginosa. Nulla di compromesso, al contrario, 'Loving Vincent' conferma il senso dei polacchi per l'animazione [...].» (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 21 settembre 2017, https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/loving-vincent/61447/). Tra recensioni sbalorditive e alcune più incerte, è però certo che questo innovativo lungometraggio ci offre importanti spunti di riflessione sul nostro modo di vivere l’arte nel XXI secolo, e ci ricorda che non esistono limiti nel mondo della storia dell’arte, anzi è la capacità di guardare al passato con gli occhi del presente che ci permette oggi di rivivere l’avvincente vita di Van Gogh su un grande schermo, grazie al connubio arte e tecnologia: quest’ultima, un’inevitabile realtà del nostro tempo, ma non per questo possiamo sempre descriverla come ‘male’ del nostro tempo, soprattutto se trova il modo di avvicinare così tante persone, come in questo caso, al mondo dell’arte, un mondo che oggi troppo spesso viene posto in secondo piano. Per maggiori informazioni, curiosità e retroscena dell’ormai famoso lungometraggio è possibile anche consultare il sito web a lui dedicato (http://lovingvincent.com/the-movie,3,pl.html), e scoprire di più anche sugli attori e sulla crew di esperti che ne ha permesso la realizzazione. Sitografia Link trailer: https://www.youtube.com/watch?v=v4-jigHrsYI Link immagini: http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2017/10/09/news/_loving_vincent_il_primo_film_interamente_dipinto_e_un_omaggio_a_van_gogh-177686189/ http://www.artspecialday.com/9art/2017/11/17/loving-vincent-van-gogh-grande-schermo/ http://www.lastampa.it/2017/10/28/tecnologia/news/loving-vincent-olio-su-tema-e-computer-grafica-per-raccontare-van-gogh-attraverso-i-suoi-quadri-NM6yMbvV1T48AVGZIbqEdP/pagina.html https://www.maspormas.com/cinetv/loving-vincent-pelicula-van-gogh/ http://www.indiewire.com/2017/08/loving-vincent-125-painters-first-hand-oil-painted-animation-1201867696/
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