di Paola Scalise Ci sono voluti tre anni di preparazione perché le Scuderie del Quirinale potessero aprire i battenti sulla mostra “Raffaello 1520-1483”, realizzata in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, con la Galleria Borghese, i Musei Vaticani e il Parco Archeologico del Colosseo. Era l’occasione per celebrare anche i vent’anni di attività delle Scuderie del Quirinale. Il 10 febbraio un comunicato stampa del Museo informava della vendita dei primi 50.000 biglietti. Grande l’orgoglio degli organizzatori, per aver riunito ben centoventi opere dell’artista urbinate. Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, la annunciava come «la più grande mostra su Raffaello che vedremo nella nostra vita!», con prestiti eccezionali, provenienti da musei pubblici e collezioni private di tutto il mondo che, nel cinquecentenario dalla morte dell’artista, si sono privati dei loro masterpiece. A cominciare dal contestatissimo Ritratto di papa Leone X, fino alla Madonna del Granduca e alla Velata delle Gallerie degli Uffizi, alla Santa Cecilia della Pinacoteca Nazionale di Bologna, alla Madonna d’Alba della National Gallery di Washington, alla Madonna della Rosa del Prado, al Ritratto di Baldassare Castiglione e l’Autoritratto con amico dal Louvre, per non parlare della preziosa lettera mantovana... La mostra è rimasta aperta per soli quattro giorni, durante i quali le Scuderie del Quirinale hanno dovuto contingentare l’accesso dei visitatori, prima di chiudere definitivamente per effetto del DPCM dell’8 marzo. Una grande delusione! Tre incontri tenutisi a Palazzo Altemps avevano anticipato l’apertura della mostra: vi erano intervenuti Silvia Ginzburg sul periodo giovanile di Raffaello, Antonio Natali sull’attività fiorentina e Alessandro Zuccari su quella romana. I biglietti sono stati rimborsati, ma il danno economico è stato ingente. Le Scuderie del Quirinale hanno allora proposto Una passeggiata in mostra: un filmato della durata di quasi tredici minuti, girato lungo le sale deserte dal video-maker Thomas Battista, su progetto grafico di SuperHumans, reso disponibile sul sito del Museo a partire dal 26 marzo. La voce narrante guida la visita della mostra che si presenta, come indicato dal titolo stesso “Raffaello 1520-1483”, come à rebours, all’indietro. La chiusura della mostra è prevista da calendario per il 2 giugno, in coincidenza con la Festa della Repubblica. Ma ad oggi non ci è dato sapere se sarà possibile visitarla prima che le opere vengano restituite ai Musei che le hanno prestate. La morte di Raffaello ha segnato la fine di un’epoca. Con l’emergenza COVID-19 sembra che stia spalancandosi un’epoca nuova: quella dei tour virtuali, che escludono la nostra presenza fisica di fronte alle opere d’arte, data l’attuale necessità del distanziamento sociale. Ma quando sarà finita l’emergenza sanitaria globale, che ci ha privati delle nostre libertà di movimento, nei gesti e nei comportamenti di tutti i giorni, è inevitabile chiedersi se tutto tornerà come prima. Forse le esigenze del progresso e dell’innovazione tecnologica, che vanno in direzione di un progressivo alleggerimento di tutte le attività lavorative, ci porteranno sempre più lontani dalla pura e semplice godibilità del patrimonio artistico che un museo dovrebbe offrirci, secondo quanto enunciato dall’ICOM in riferimento alle prerogative di un istituzione museale che dovrebbe porsi al servizio dell’istruzione, dello studio, del diletto? Per il momento dobbiamo accontentarci della cosiddetta passeggiata virtuale proposta sul sito delle Scuderie del Quirinale, che ci offre in realtà una visita parziale e frettolosa della mostra; le immagini, spesso decentrate, non rendono merito ai meravigliosi colori, alla lucentezza degli incarnati e alle pieghe dei panneggi. Una passeggiata che non ha niente a che vedere col vero e proprio tour virtuale proposto da Sky Arte nel programma Raffaello Principe delle Arti. Ovviamente la speranza è quella che entro il 2 giugno la mostra possa essere riaperta al pubblico: ma sarebbe auspicabile l’utilizzo di strumenti tecnologici più adeguati per documentarla in modo più efficace, cercando di renderla meglio godibile attraverso suggestive riprese al buio, come per esempio consigliava Heinrich Wölfflin per la scultura. Le opere esposte ci avrebbero restituito non solo la fisionomia del pittore, ma anche i suoi vastissimi interessi di archeologo, architetto, decoratore, scenografo ed inventore. Molti incontri, laboratori e visite guidate erano state a questo riguardo programmate; ma per sopperire alla necessità, il Museo ha realizzato il programma Raffaello oltre la mostra, disponibile anche in lingua inglese, che include interviste on-line di curatori e storici dell’arte. Particolarmente interessante il video intitolato Rimaterializzare la tomba di Raffaello, che ci offre lo sguardo sul backstage dell'impresa che ha prodotto una riproduzione a grandezza naturale della monumentale tomba del divino Raffaello al Pantheon, commissionata per l’occasione alla Factum Foundation for Digital Tecnology in Conservation. Vi si spiega in dettaglio come, nel corso di cinque sessioni notturne, sono stati acquisiti digitalmente i dati relativi alla tomba, attraverso dispositivi non-contact; si è fatto quindi uso di stampanti 3D coadiuvate da tecniche artigianali. È scaricabile dal sito delle Scuderie del Quirinale anche il divertente gioco lo Scorrimostre, un modo piacevole per passare il tempo in casa, in attesa di tornar a veder fiorir le rose. Sitografia:
https://www.scuderiequirinale.it/ https://artslife.com/2020/02/25/mostra-raffaello-roma/ https://www.ilsole24ore.com/art/il-divino-raffaello-capovolto-AC2VosLB https://www.scuderiequirinale.it/pagine/il-video-in-mostra-con-sky-arte https://www.scuderiequirinale.it/pagine/raffaello-oltre-la-mostra
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