Intervista a Monica Di Gregorio di Federica Bertini In questo periodo se ne è parlato molto. Molteplici sono state le iniziative che i grandi musei hanno messo in atto per continuare a comunicare con il loro pubblico attraverso i social network e il Web: dalle “Passeggiate al museo” del direttore del Museo Egizio di Torino, alle tante proposte delle Gallerie degli Uffizi, tra cui il progetto Uffizi Decameron, o ancora della Pinacoteca di Brera con #MyBrera[1]. Non dobbiamo però dimenticare che l’Italia «vanta 4.908 tra musei, aree archeologiche, monumenti e ecomusei aperti al pubblico». Si tratta di un patrimonio diffuso su tutto il territorio; infatti «in un comune italiano su tre (2.311) è presente almeno una struttura a carattere museale. Ce ne è una ogni 50 Kmq e una ogni 6 mila abitanti»[2]. In altre parole, oltre ai poli di maggiore attrazione esistono luoghi ed istituzioni di interesse culturale che operano nei medi e piccoli comuni italiani, alcuni dei quali sono inseriti in sistemi di gestione comune. È il caso del Sistema Museale Territoriale del Castelli Romani e Prenestini[3], noto anche come Museum Grand Tour: si tratta – come ci racconta Monica Di Gregorio, coordinatrice del comitato scientifico del Sistema e direttrice del Museo Civico di Olevano Romano e del Museo Civico di Palazzo Doria Pamphilij a Valmontone – di «una rete che unisce oltre 20 servizi culturali tra Musei e siti archeologici, in un’area molto ampia e diversificata, sia dal punto di vista culturale che geomorfologico». Quella del Sistema Museale rappresenta una testimonianza utile a comprendere le difficoltà che le istituzioni culturali del territorio, anche quelle più piccole, hanno dovuto affrontare in questi mesi e quali soluzioni esse hanno potuto mettere in gioco. Monica Di Gregorio ci ha tenuto più volte a sottolineare un aspetto importante: i singoli rappresentanti delle realtà che fanno parte del Museum Grand Tour hanno affrontato in maniera congiunta la “Fase 1” e allo stesso modo si stanno preparando alla “Fase 2”. Uno dei vantaggi – continua la coordinatrice – di lavorare in una rete museale è quello di poter affrontare in maniera collegiale i problemi che accomunano i musei e i siti che ne fanno parte, adottando soluzioni di “rete”, pur rispettando la libera iniziativa di ciascuno di essi. Non possiamo negare che il Covid-19 ha determinato un’accelerazione nell’adozione di strategie e strumentazioni digitali nel campo della cultura. Anche il Sistema Museale, che aveva già iniziato a guardare in questa direzione aggiudicandosi alcuni finanziamenti regionali, ha approfittato del lockdown per iniziare il rifacimento del sito web e per riprogettare il proprio piano di comunicazione – anche attraverso i canali social – in previsione dei cambiamenti che continueranno ad investirlo nei prossimi mesi. Tra le diverse iniziative messe in atto durante la “Fase 1”, Monica Di Gregorio ha ricordato la rubrica #museichecurano dove le realtà museali del Sistema hanno condiviso, attraverso le proprie pagine Facebook e quella ufficiale del Museum Grand Tour[4], dei video promozionali, alcuni dei quali realizzati nel 2015 e altri appositamente creati per l’occasione sotto il nome di “Eccellenze in pillole”. Ad essere rese liberamente accessibili sono state poi le edizioni digitali di alcuni progetti editoriali. Non sono mancate le attività dedicate ai più piccoli, soprattutto in relazione all’impegno del Museo del Giocattolo di Zagarolo che ha proposto alcune attività laboratoriali creative, letture d’autore, e le iniziative chiamate “Pillole di museo” e #GiochiArteLetteratura, attraverso le quali sono stati descritti alcuni dei pezzi più importanti della collezione attraverso racconti che ripercorrono la storia e la letteratura. Insomma i musei del Sistema hanno tenuto vivo il rapporto con il loro pubblico, hanno fatto le loro promesse in vista della riapertura. Tuttavia, all’alba della “fase 2” le criticità si sono fatte sentire. Anche in questo caso il Sistema ha stabilito un tavolo di confronto mettendo in evidenza la necessità di fronteggiare l’esigenza del distanziamento sociale negli ambienti esigui che caratterizzano molte delle realtà museali in esso coinvolte. Da qui la decisione di concentrare le aperture nel weekend e di contingentare il numero dei visitatori attraverso specifici sistemi di prenotazioni. C’è però da sottolineare un vantaggio che è legato al territorio in cui opera il Museum Grand Tour. Come ci tiene a riferire Monica Di Gregorio, è possibile allargare l’offerta culturale estendendola verso una valorizzazione dei percorsi all’aperto, sia nel centro storico che nei suggestivi luoghi naturalistici della rete museale. D’altronde, per secoli gli splendidi paesaggi di questo territorio, colmi di storia e di rovine, memorie di un passato ricco di fascino e di storia, furono scelti, a partire dal Cinquecento, come meta privilegiata da artisti, letterati e uomini di cultura durante il loro viaggi in Italia. Un esempio di “ri-progettazione” quello, appunto, del Museum Grand Tour, dove – prendendo in prestito le parole dello storico dell’arte Edagrd Wind (1900-1970) – «il passato non viene distrutto dal presente, ma sopravvive in esso come forza latente». Intervista a Monica Di Gregorio, coordinatrice del comitato scientifico del Sistema Museale Territoriale dei Castelli Romani e Prenestini, direttrice del Museo Civico di Olevano Romano e del Museo Civico di Palazzo Doria Pamphilij a Valmontone. Potresti spiegarci come è composto e di cosa si occupa il Sistema Museale Territoriale dei Castelli Romani e Prenestini? Il Sistema Museale Territoriale dei Castelli Romani e Prenestini, anche detto MuseumGrandTour, è una rete che unisce oltre 20 servizi culturali tra musei e siti archeologici, in un’area molto ampia e diversificata sia dal punto di vista culturale che geomorfologico. Il Sistema fu istituito nel 2003 su iniziativa della Comunità Montana dei Castelli Romani e Prenestini e nel corso degli anni si è gradualmente esteso, fino a rappresentare, oggi, una delle realtà più importanti ed operative del territorio regionale. Con le loro collezioni ricche di testimonianze e di manufatti di grande pregio, i musei del Sistema esprimono la storia del territorio in un arco cronologico che inizia con le ere geologiche ed attraversa le tappe dell’evoluzione dell’uomo: le diverse tipologie museali (archeologica, storico-artistica, demoetnoantropologica, scientifica) propongono al visitatore un’offerta molto eterogenea, in cui l’approccio alla conoscenza del patrimonio culturale è mediato da apparati e attività didattiche multidisciplinari, da percorsi guidati e strumenti tecnologici in grado di attrarre l’interesse di un pubblico diversificato ed esigente. Cosa accomuna i musei che fanno parte di questo Sistema? Il filo conduttore tematico che lega i musei – anche molto distanti tra loro e tipologicamente differenti – è il fenomeno culturale del Grand Tour. A partire dalla fine del Cinquecento, la bellezza ed il fascino del territorio del Sistema resero questi luoghi tappa privilegiata dei percorsi di letterati, artisti, collezionisti e giovani aristocratici europei che intraprendevano il viaggio in Italia allo scopo di perfezionare la loro formazione intellettuale, così profondamente radicata nell’antico. La “fase 1” è giunta al termine. In questi mesi i musei hanno dovuto ripensare il loro modo di comunicare attraverso il Web e i social network, producendo nuovi contenuti o utilizzando risorse già in loro possesso. Prima del Covid-19 quali erano i vostri progetti? Era già in previsione una riprogettazione del museo virtuale? Ovviamente sì. Fermo restando la libera iniziativa che ciascun museo intraprende in tal senso dotandosi di dispositivi tecnologici e di canali di comunicazione dedicati ed adeguati alle proprie specificità, il Sistema ha partecipato nel 2018 al bando del DTC (Distretto Tecnologico per le tecnologie applicate ai beni e alle attività Culturali) aggiudicandosi un finanziamento di circa 80mila euro per la stesura del progetto esecutivo denominato “Visioni di paesaggio tra arte scienza e letteratura”. Peculiarità del bando è l’applicazione delle moderne tecnologie alla fruizione dei luoghi della cultura. All’interno degli obiettivi strategici e delle azioni che prevediamo di realizzare, vi è intanto la creazione di un portale dell’intero territorio inteso in senso di Distretto turistico del Castelli romani e Monti Prenestini, all’interno del quale i musei del Sistema avranno uno spazio di assoluto rilievo. Proprio in questo periodo di lockdown, abbiamo avviato il rifacimento del sito ufficiale della rete (www.museumgrandtour.org), che già da tempo necessitava di un’operazione di “restyling”. In un’ottica di sperimentazione del ventaglio di opportunità offerte dall’innovazione tecnologica, nel 2017, nell’ambito di un progetto finanziato dalla Regione Lazio, il Sistema si è dotato di un FabLab acquistando strumentazione di base (programmi, pc e stampanti 3D) necessaria a realizzare oggetti delle nostre collezioni da file digitali. A tal fine abbiamo innanzitutto formato i nostri operatori museali con un corso ad hoc e, successivamente, creato un team tra quelli più motivati che ha realizzato diverse azioni dimostrative sul territorio. Purtroppo l’attività del FabLab al momento è ferma per due motivi: innanzitutto la veloce obsolescenza a cui queste strumentazioni sono destinate. La tecnologia progredisce a ritmi vertiginosi e gli apparati vengono superati da modelli più efficienti ed avanzati in tempi molto veloci. Seconda ragione: la precarietà del lavoro che purtroppo caratterizza il mondo degli operatori culturali assegnati ai nostri musei, ha penalizzato la continuità e quindi la loro disponibilità a proseguire nelle attività. Quali sono le soluzioni che il Sistema Museale, grazie all’aiuto dei singoli musei, ha potuto mettere in atto per continuare a far sentire la propria presenza, anche se digitale, sul territorio? Uno dei vantaggi di far parte di un Sistema Museale è quello di poter affrontare in maniera collegiale i problemi che ci accomunano. Le difficoltà vengono condivise e analizzate all’interno di un dibattito spesso vivace e comunque sempre costruttivo. All’indomani del lockdown, a tutti noi direttori del comitato scientifico, è sembrato naturale e doveroso reagire a questo momento adottando soluzioni “di rete”. Per garantire una continuità – seppur virtuale – con il nostro pubblico, abbiamo immediatamente elaborato un piano di comunicazione con un calendario abbastanza serrato di iniziative destinate alla pagina Facebook ed in parte al sito. Abbiamo dato vita quindi ad una rubrica denominata #museichecurano, in cui sono stati pubblicati tutti i video promozionali del Sistema e dei singoli musei prodotti in una campagna del 2015. I musei che disponevano di ulteriori propri filmati, li hanno condivisi a loro volta sulla pagina del Museumgandtour. La proiezione dei filmati si è alternata alla condivisione di pagine pubblicate da ICOM e MiBact. Contemporaneamente abbiamo promosso alcune pubblicazioni del Sistema in digitale. È il caso del volume Aqua, edito dal Sistema lo scorso ottobre e relativo agli atti di un convengo svoltosi nel 2013 a Gallicano nel Lazio. La pagina Facebook ha lanciato un intervento diverso di giorno in giorno, preceduto da una breve introduzione del curatore della pubblicazione (Massimiliano Valenti), rimandando poi al sito del Sistema da dove era possibile scaricare il file digitale del saggio. C’è stata anche l’occasione di presentare la nuova Guida di Lanuvio, data alle stampe proprio in questi giorni e curata dal direttore del Museo Civico Lanuvino, Luca Attenni. Nell’ambito della rubrica #museichecurano, il 22 aprile abbiamo dato il via ad una serie di nuovi mini-filmati denominati “Eccellenze in pillole”. Grazie alla nostra addetta alla comunicazione, Simona Soprano, è stato possibile montare audio ed immagini forniti dai direttori di ciascun museo, che hanno selezionato un argomento di particolare interesse relativo alla loro collezione e lo hanno condiviso con la rete. La rubrica è tuttora in pieno svolgimento. Ogni museo, sui propri canali social, ha poi promosso iniziative individuali. Tra i musei più attivi sotto questo profilo, mi fa piacere segnalare ad esempio le azioni intraprese dal Museo del Giocattolo di Zagarolo che, per sua natura e tipologia di utenti, ha ideato giochi e letture molto divertenti ed indirizzate ad un pubblico giovanissimo. Ci prepariamo tutti alla “fase 2”. Quali criticità state riscontrando pensando alla riapertura, sia a livello di spazi che a livello di personale? Quali sono le soluzioni e le strategie che avevate pensato di attuare per permettere ai visitatori di tornare nei vostri musei in sicurezza? Il problema è molto complesso. Anche in questo caso, fare rete è stato sicuramente di grande aiuto a ciascuno di noi, quantomeno in termini di confronto. Stando alle direttive del MiBact, risulta quasi impossibile ipotizzare la riapertura delle nostre strutture per il 18 maggio: le misure e i dispositivi di sicurezza previsti per il personale ed i visitatori sono ovviamente necessari ma al tempo stesso difficili da applicare. Innanzitutto il rispetto del distanziamento sociale: molti dei nostri musei sono allestiti in ambienti piccoli, che permetterebbero l’accesso a gruppi composti da non più di cinque persone. La modalità di ingresso dovrebbe poi essere regolata da un sistema di prenotazioni che permetta una agevole gestione dei flussi. Per fronteggiare in parte questo problema, come Sistema abbiamo deciso di acquistare – per ciascun museo aderente – circa venti audio guide con cuffiette monouso. I visitatori in tal modo possono seguire la visita guidata rispettando le distanze. Tali strumenti possono tornare utili nella prospettiva di una diffusione del turismo di prossimità: la particolare situazione creata dal Covid-19 ci induce a pensare che i flussi turistici subiranno cambiamenti significativi. I musei del Sistema cercheranno quindi, andando tra l’altro incontro alla bella stagione, di estendere – laddove possibile – la visita verso percorsi all’aperto, magari all’interno del centro storico delle proprie città. In questo caso le audio guide rappresenteranno un utile strumento. Quali altri problemi dovrete fronteggiare al momento della riapertura? Un altro problema che i nostri musei dovranno affrontare è quello della sanificazione e del mantenimento di determinati standard di igiene. Oltre a fornire al personale i necessari dispositivi come guanti e mascherina, i comuni (enti gestori della gran parte dei nostri musei) dovranno garantire una igienizzazione costante dei locali e dei servizi igienici a disposizione del pubblico. Alla luce di queste considerazioni, quali sono state le decisioni che avete deciso di attuare? In quest’ottica e con queste misure, che giustamente vanno rispettate, molti dei nostri musei hanno programmato – per ora – una riapertura soltanto nei weekend. Dato il momento, non prevediamo infatti grandi affluenze di pubblico durante la settimana. In ultimo voglio segnalare che la Regione Lazio ha approvato da pochissimo il nuovo piano annuale dei servizi culturali (musei, archivi e biblioteche) prevedendo voci di costo destinate a nuove modalità di fruizione e di accesso in tempi di emergenza epidemiologica. Sono già stati pubblicati un paio di bandi che favoriscono, tra le altre cose, «il miglioramento delle condizioni di fruizione fisica e intellettuale del patrimonio anche attraverso lo sviluppo di modelli e strumenti di comunicazione e fruizione ispirati alle più recenti tecnologie digitali». [1] Per una breve analisi si rimanda a https://osservatorio-arte-tecnologia.weebly.com/reviews/il-museo-durante-e-dopo-la-pandemiasoluzioni-attuali-e-prospettive-future-per-il-museo-virtuale-on-line-e-in-situ . [2] Si veda L’Italia dei Musei, pubblicato il 28 dicembre 2019 on line https://www.istat.it/it/files/2019/12/LItalia-dei-musei_2018.pdf [3] http://www.museumgrandtour.org [4] https://www.facebook.com/museumgrandtour/
0 Commenti
Lascia una Risposta. |
Categorie
Tutti
Archivi
Marzo 2024
|